Abbiamo visto, nel corso delle precedenti lezioni, come le variabili siano
elementi indispensabili di un qualsiasi programma, e questo non
vale solo in Java.
Finora ne abbiamo usato un ristretto numero per memorizzare poche
informazioni, ma via via che andiamo a creare progetti di dimensioni
maggiori cresce l’esigenza di strutturare i dati in nostro
possesso in maniera più sistematica ed efficiente.
Supponiamo di dover creare un semplice programma che aiuti il
custode di un garage a gestire tutte le automobili che entrano
ed escono: il primo problema che ci potremmo porre è quante variabili
di tipo “Automobile” istanziare per aiutare il nostro
amico custode.
Certamente il garage ha un numero massimo di posti e non può ospitare
più automobili di quelle che è fisicamente in grado di contenere,
per cui potremmo pensare di dichiarare tante variabili quanti
sono i posti disponibili.
A questo punto, secondo quanto abbiamo appreso finora, potremmo
creare una classe chiamata “Garage”, che al suo interno
dichiara una lista più o meno lunga di variabili di tipo “Automobile”.
Se siamo fortunati il nostro amico ha in gestione una struttura
piccola, ma se avessimo a che fare con un “MegaGarage”
da 1000 posti macchina ci sentiremmo perduti!
Per venirci incontro in queste terribili situazioni, Java ci offre
un modo di strutturare le nostre variabili veramente efficiente
e semplice da usare: gli array.
Gli array non sono una novità di Java: chi ha già lavorato con
altri linguaggi ad alto livello ha avuto modo di conoscerne la
potenza e la versatilità.
Gli array memorizzano un elenco di elementi tutti dello
stesso tipo primitivo o della stessa classe, e ciascun elemento
ha una propria posizione numerata che consente di accedere facilmente
ad esso.
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